Come di consueto la nostra newsletter di dicembre vuole regalare a tutti voi un po’ di magia natalizia. Oggi scopriamo come il mito di Babbo Natale nasce in realtà dalla leggenda di San Nicola, vissuto nel IV secolo, che si festeggia tradizionalmente il 6 dicembre.
Il mito di Babbo Natale
Nel Medioevo si diffuse infatti in Europa l’uso di commemorare lo scambio di doni nel giorno del santo (6 dicembre). L’usanza è ancora in auge nei Paesi Bassi, in Germania, in Austria e in Italia (nei porti dell’Adriatico, a Trieste e nell’Alto Adige dove viene chiamato anche San Nicolò): la notte del 5 dicembre in groppa al suo cavallino fa concorrenza a Babbo Natale. I bambini cattivi se la devono vedere con il suo peloso e demoniaco servitore, il Krampus, mentre il pio uomo lascia doni, dolciumi e frutta nelle scarpe dei più meritevoli. Nei Paesi protestanti san Nicola perse l’aspetto del vescovo cattolico ma mantenne il ruolo benefico col nome di Samiklaus, Sinterclaus o Santa Claus, dal quale deriva appunto la figura di Babbo Natale.
Quello che ci dice la Storia
A differenza di Babbo Natale, però, San Nicola è realmente esistito. Nacque a Patara nel 270 e fu vescovo di Myra, in Licia (odierna Turchia): anche se è una figura avvolta nel mistero, indizi archeologici dicono che è vissuto realmente.
La leggenda vuole che Nicola regalasse in vita cibo e denaro ai poveri, per consentirgli di vivere una vita meno stentata. Morì proprio il 6 dicembre dell’anno 343, ma anche da morto prese le difese della sua comunità, regalando ai fedeli un olio profumato dai poteri miracolosi che sgorgava dalle sue reliquie.
Il suo rapporto speciale con i bambini nasce però da una truce storia medioevale degna delle fiabe dei fratelli Grimm!
“Una notte tre ragazzi chiedono ospitalità in una locanda; l’oste e sua moglie li accolgono volentieri perché hanno finito la carne in dispensa, li mettono quindi in salamoia pensando di mangiarseli! San Nicola a un certo punto bussa alla porta di quella locanda e chiede un piatto di carne. Al rifiuto dell’oste si fa portare in dispensa, dove estrae dalla salamoia i tre giovani, vivi e vegeti.”
Il racconto circolava prevalentemente nelle scuole ecclesiastiche, dove, il 28 dicembre, si celebrava la Festa degli Innocenti. Dalla fine del XIII secolo, il 6 dicembre diventò il giorno in cui il Vescovo Nicola saliva sul suo trono in Paradiso: la tradizione raggiunse il culmine nel XVI secolo (ma in alcuni luoghi persistette fino al XIX). E anche quando la Chiesa, scandalizzata, iniziò a vietare queste carnevalate pagane, Nicola sopravvisse nelle scuole e nelle case grazie ai bambini, che continuarono e continuano tutt’oggi a festeggiarlo e a ricevere i suoi regali.