I-sintomi-dell'allergia Eumill

LA CONGIUNTIVITE ALLERGICA

Con l’arrivo della primavera e il risveglio della natura si acuiscono anche i sintomi della popolazione allergica: pioppi che volano, pollini, vento…. un vero e proprio disagio che provoca sintomi differenti e fastidiosi.

Tra questi la congiuntivite allergica è una patologia molto frequente e ne risulta affetta fino al 40% della popolazione nel mondo occidentale.

La congiuntivite allergica stagionale è la forma più comune e i sintomi oculari di ipersensibilità sono strettamente correlati con la presenza di allergeni come i pollini: prurito, rossore, lacrimazione, fotofobia e offuscamento della vista. Ci sono poi sintomi più gravi che sono veri e propri campanelli d’allarme sulla gravità della patologia come forte mal di testa, diminuzione dell’acutività visiva, dolore agli occhi, secrezione purulenta, palpebre appiccicose e sensazione di corpo estraneo che impedisce al paziente di tenere gli occhi aperti.

I colliri antistaminici sono il trattamento di prima linea per la congiuntivite allergica stagionale, combinando un’azione immediata per diminuire i sintomi e un’azione prolungata e preventiva per evitare la riacutizzazione degli stessi. Scegliendo colliri di ultima generazione si può ottenere un effetto ottimale anche con un dosaggio di solo 2 volte al giorno.

Un grande sollievo si ottiene anche utilizzando impacchi freddi per almeno 5 minuti e pulendo gli occhi con bagni oculari o con salviette umide specifiche: questo permetterà l’asportazione degli allergeni che rimangono intrappolati dalle ciglia o sulla rima palpebrale.

Oltre ai colliri si può intervenire con alcune semplici accortezze nello stile di vita: indossare occhiali da sole, evitare di indossare le lenti a contatto fino alla scomparsa dei sintomi, non sfregare gli occhi e monitorare i livelli di polline per valutare se evitare o meno le attività all’aperto.

La combinazione di tutti questi accorgimenti, unitamente a una terapia specifica e mirata, riduce significativamente non solo i sintomi, ma anche l’aumento della temperatura sulla superifice oculare, dovuta allo stato infiammatorio indotto dalla reazione allergica, con una sensazione di immediato sollievo del paziente.

In farmacia troverai tutti i rimedi migliori e più specifici per la congiuntivite allergica stagionale, così da trascorrere serenamente e senza disagio questa stagione così bella e piena di vita. 

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UNA GIORNATA DEDICATA alla cura e prevenzione della congiuntivite allergica

ARRIVA LA BELLA STAGIONE: il tuo pet ha bisogno di un antiparassitario

COME PROTEGGERE I NOSTRI AMICI A QUATTRO ZAMPE?

Pulci, pidocchi, zecche e zanzare, ma anche pappataci e mosche cavalline: i parassiti di cane e gatto sono diversi, ma quasi tutti fastidiosi e potenzialmente pericolosi. Saperli riconoscere, individuarne l’habitat e prevederne il comportamento è la strategia migliore per adottare le giuste contromisure e proteggere la salute dei nostri amici a quattro zampe.

PULCI

Tra i parassiti di cane e gatto, le pulci sono i più comuni. Le pulci possono veicolare malattie come le infezioni da tenia o da bartonella e causare dermatite allergica. Le pulci adulte sono attive soprattutto tra la tarda primavera e l’inizio dell’autunno, ma possono resistere anche agli inverni più miti. Nelle zone più calde, possono sopravvivere tutto l’anno.

Tra i sintomi sospetti, si ricordano:

  • Puntini neri sul pelo: le pulci sul cane o gatto possono essere identificate per via di puntini neri sul pelo.
  •  Pettine per pulci
  • Far scorrere il pettine nel pelo dell’animale, fino a raggiungere la cute. Eventuali puntini neri presenti sul pettine possono essere le feci delle pulci.
  •  Tovagliolo di carta bianco
  • Porre un tovagliolo di carta bianco sotto l’animale e sfregare il pelo con le mani. Le eventuali particelle nere che compaiono sul tovagliolo possono essere le feci delle pulci.
  • Prurito costante, prevalentemente concentrato nella zona della testa, del collo, delle orecchie e nella regione dorsale, che porta il cane o il gatto a grattarsi di frequente
  • Irrequietezza: il gatto o il cane si strofinano o scuotono la testa, si mordicchiano il pelo o si leccano insistentemente
  • Aree alopeciche, gonfiori e croste oltre che pustole e piaghe

ZECCHE

Le zecche sono parassiti ematofagi: per sopravvivere, devono nutrirsi di sangue. Prediligono le temperature miti e gli ambienti umidi e ombreggiati ma si possono trovare ovunque. Le zecche possono trasmettere all’animale domestico malattie anche gravi, come l’ehrlichiosi​  la babesiosi e la malattia di Lyme, in grado di causare gravi problemi di salute anche agli esseri umani. I principali segni di una possibile infestazione da zecche nel cane o nel gatto sono i seguenti: 

  • Febbre
  • Zoppia e dolore
  • Perdita dell’appetito
  • Tosse
  • Letargia o depressione

Se si sospetta che il proprio animale sia stato morso da una zecca, occorre contattare immediatamente il veterinario per programmare una visita e un esame del sangue.

PIDOCCHI

Il pidocchio è un piccolo insetto che si nutre di sangue e può vivere come parassita su cani e gatti. Le infestazioni da pidocchi nel cane e nel gatto avvengono in situazioni di sovraffollamento e scarse condizioni igieniche generali oppure in soggetti debilitati per altre malattie. Poiché il pelo invernale rappresenta un habitat ideale per i pidocchi, l’infestazione si verifica soprattutto nella stagione più fredda mentre il grado di infestazione si riduce durante il calore estivo.

I pidocchi possono essere trasmessi da soggetto sano a soggetto infestato tramite il contatto diretto o indiretto, attraverso tappeti, coperte, cucce o l’utilizzo di spazzole o pettini infestati. I pidocchi non sopravvivono più di 2-3 giorni al di fuori dell’ospite con un rischio minore, anche se presente, di infestazione dell’animale domestico.

Il più importante pidocchio che colpisce il cane è Trichodectes Canis mentre nel gatto è comune la specie Felicola Subrostratus. Sia nel cane sia nel gatto, alcuni sintomi sono:

  • Prurito 
  • Alopecia
  • Croste ed escoriazioni

Il trattamento dei pidocchi richiede l’applicazione di insetticidi sugli animali colpiti, così come su tutti coloro che sono stati in contatto con gli animali infestati. Un’accurata decontaminazione dell’ambiente è essenziale.

FLEBOTOMI (PAPPATACI)

I flebotomi (pappataci) sono piccoli insetti con grandi ali. Simili alle zanzare, sono animali notturni ed ematofagi. Sono generalmente più attivi tra maggio e ottobre. I flebotomi possono trasmettere al cane diverse malattie, tra cui la leishmaniosi, particolarmente grave e difficile da curare. Si tratta di PARASSITI dannosi sia per i cani che per l’uomo, in molte regioni con climi mediterranei, subtropicali o tropicali. 

Il miglior rimedio alle punture di pappataci è la prevenzione. Un’accortezza consiste nell’evitare i ristagni idrici (attenzione, ad esempio, all’acqua che resta nei sottovasi) e l’accumulo di detriti organici, che, per i pappataci, rappresentano gli habitat perfetti in cui riprodursi.

Altre strategie contro le punture di pappataci consistono nel:

  • limitare le passeggiate serali o notturne del cane;
  • permettere all’animale di dormire dentro casa, soprattutto in estate e se si vive in zone endemiche;
  • prestare particolare cura e attenzione alla cuccia del cane;
  • utilizzare sull’animale prodotti repellenti specifici, rispettando la corretta frequenza di applicazione.

Quando il cane vive in un’area endemica per la LEISHMANIOSI o vi si reca e nel periodo di attività dei flebotomi  (maggio-ottobre), è raccomandato dai veterinari proteggere il cane utilizzando un prodotto che agisca, oltre che contro PULCI e ZECCHE, anche contro i flebotomi o pappataci.

ZANZARE

Le zanzare svolgono un ruolo fondamentale nella trasmissione di importanti malattie che colpiscono l’uomo, come malaria, encefalite virale, febbre gialla, febbre chikungunyae dengue. Nel cane, le zanzare sono vettori dei vermi nematodi Dirofilaria Immitis (responsabile della Filariosi Cardiopolmonare) e Dirofilaria Repens (responsabile della Filariosi Sottocutanea). Il periodo di attività principale è in primavera ed estate. Mentre la specie Culex è attiva nelle ore serali e notturne, la Zanzara Tigre è attiva nelle ore diurne. Oggi, quindi, il rischio di trasmissione delle Filarie copre tutte le 24 ore.

MOSCA CAVALLINA

La famiglia dei Muscidae comprende numerose specie di mosche. In particolare, la mosca cavallina o mosca delle stalle (Stomoxys Calcitrans) non possiede un ospite preferenziale, per cui attacca e punge qualsiasi mammifero (cavalli, bovini, cani) e l’uomo. Molto dolorose, tali punture possono causare:

  • irritazione cutanea/sanguinamenti
  • croste, dermatite necrotica e deformazione dei padiglioni auricolari nei casi più gravi.

Nelle aree a rischio di presenza della mosca cavallina, vale a dire nei paraggi di allevamenti di cavalli e bovini, e durante i mesi primaverili ed estivi, è consigliato l’impiego di sostanze repellenti come le permetrine.

Donna-Ucraina

In collaborazione con il Comune di Lonate Ceppino siamo diventati punto di raccolta ufficiale di indumenti per l’Ucraina

Sembra quasi assurdo parlare di guerra nel 2022.
Ma noi crediamo fermamente che anche nei momenti più bui della storia possano risplendere gesti di altruismo, solidarietà e vicinanza.
In collaborazione con il Comune di Lonate Ceppino siamo diventati punto di raccolta ufficiale di indumenti, coperte, alimenti, farmaci, che ognuno di noi può donare per il popolo ucraino: abbiamo infatti due canali diretti e sicuri per inviare la merce.
Commossi ed emozionati per tutto ciò che stiamo vivendo in questi giorni, ringraziamo dal profondo del cuore ognuno di voi.

Ansia-e-stress

Ansia lieve: come riconoscerla e come gestirla

Tra le patologie mentali, i disturbi d’ansia sono tra i più diffusi: di per sé, l’ansia è un meccanismo di difesa ancestrale del nostro cervello nei confronti di eventi o fatti ritenuti pericolosi. E’ un momento intenso, chi lo vive tende ad avere una reazione spropositata rispetto alla causa scatenante: ecco perché occorre capire quando l’ansia ci è amica e quando, invece, rovina le nostre giornate.

Il posizionamento di questo disturbo trova spazio tra ansia fisiologica e ansia patologica: un corretto processo di screening permette di intercettare forme più gravi mascherate dietro altri problemi o segnali di pericolo spesso sinonimo di condizioni latenti più gravi e per cui serve un consulto del medico.

Come distinguerla da problemi d’ansia più gravi? Bisogna accertarsi che ci sia una fonte di stress ben chiara, alla quale siano legate le preoccupazioni eccessive. L’ansia lieve inoltre ha una durata limitata nel tempo, si considera come limite temporale 14 giorni. Infine non deve subentrare un cedimento psicofisico dell’individuo, sebbene il disagio possa risultare evidente a livello sociale.  

Come individuare un individuo che soffre d’ansia lieve? Tali persone manifestano apprensione eccessiva a svolgere attività normali, hanno un sonno disturbato e non ristoratore, sono irrequieti e di malumore, soffrono di mal di testa ricorrenti/sintomi gastrointestinali/lievi palpitazioni, infine vivono in stato di allerta eccessivo che non permette loro di concentrarsi: la sensazione di non farcela è spesso il campanello d’allarme più evidente.

Il picco di insorgenza di episodi ansiosi è stato osservato negli adulti tra i 35 e i 49 anni di età, poi tende a decrescere con l’avanzare dell’età. Nel corso della loro vita, le donne hanno una prevalenza maggiore di sviluppare disturbi d’ansia, motivo ricercato nella componente ormonale e nelle fasi diverse della vita che la donna affronta. Le donne, naturalmente più predisposte a mantenere e sviluppare rapporti sociali e ad esprimere emozioni, esprimono maggiormente l’ansia mentre gli uomini la manifestano attraverso comportamenti di difesa o chiudendosi in se stessi.

Oggi l’ansia lieve è un disturbo in aumento, a causa della frenesia, al multitasking, all’orientazione all’apparenza tipiche del mondo in cui viviamo. A queste cause si aggiungono genetica, esperienze pregresse e attitudine individuale: infatti chi è più sensibile tende a sviluppare più disagio o a ingigantire piccole paure.

L’ansia lieve può essere alleviata da qualche piccolo cambiamento nello stile di vita, il paziente ovviamente deve essere il primo a voler reagire e farsi aiutare. I principali accorgimenti sono: imparare esercizi di respirazione rilassanti, svolgere attività fisica regolarmente, preferire alimenti freschi e non confezionati, regolarizzare l’orario di addormentamento, evitare l’uso prolungato di schermi prima di dormire. Esistono infine numerosi integratori a base di piante officinali eccellenti, ben note per la loro attività rilassante sul sistema nervoso centrale: valeriana, passiflora, lavanda, luppolo e biancospino sono quelle più utilizzate e sicure. Il tuo farmacista di fiducia saprà ascoltarti e consigliarti al meglio per ritrovare serenità e tranquillità!                                                                                                                    

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